MaxiZagor #39. Brevi appunti di viaggio

Con questo nuovo post sul mio blog (che ho intenzione di aggiornare con più frequenza), ho deciso di analizzare il MaxiZagor #39 adottando la formula della recensione breve. Dividerei le mini-storie in tre fasce: 1. le migliori; 2. la sorpresa; 3. le gradevoli minori.


MaxiZagor #39, copertina di Alessandro Piccinelli. ©Sergio Bonelli Editore 

1. le migliori

Ultima viene la neve. Di Luca Barbieri ed Emanuele Barison.
Barbieri scrive una sceneggiatura violenta e disperata, eppure intrisa di poesia e malinconia. Una vicenda struggente e surreale, con quella magica Darkwood, valorizzata dal segno graffiante di Barison, la cui peculiarità è quella di dare agli alberi, agli elementi e agli animali una recitazione così potente da instaurare una profonda angoscia nei protagonisti umani.

Emanuele Barison. ©Sergio Bonelli Editore

La diga di ghiaccio. Di Moreno Burattini e Alessandro Chiarolla.

Burattini ha realizzato un racconto drammatico, con uno Zagor epico poiché sa che la sua missione non è soltanto acciuffare tre criminali, ma onorare il giuramento fatto a Matahena. Questa vicenda ha avuto una versione in prosa, intitolata Disgelo, pubblicata in appendice alla seconda serie delle nuove strisce uscite nel 2019. Chiarolla qui è in ottima forma e interpreta i personaggi e le forze della natura con la maestria di un veterano del fumetto popolare.


Alessandro Chiarolla. ©Sergio Bonelli Editore

Il delitto impossibile. Di Moreno Burattini e Walter Venturi.


Agatha Christie
Burattini confeziona un Giallo imprevedibile, in cui ogni dettaglio e ogni frase è rivelatrice dell'identità del colpevole. Non era facile in sole 40 tavole realizzare un marchingegno complesso - un cosiddetto delitto della camera chiusa - che riuscisse a spiazzare il lettore, pur quello più smaliziato da tante letture "gialle". A tal proposito, nel racconto ci sono diverse suggestioni ai classici della Detective Story (il castello nell'isola ricorda il capolavoro Dieci piccoli indiani di Agatha Christie) e ad alcune delle più belle sceneggiature di Burattini come L'abbazia del mistero e Il libro del Demonio. Venturi, dal canto suo, ha curato ogni dettaglio e ha descritto luoghi e personaggi in modo da far sua l'atmosfera "chiusa" ideata dallo sceneggiatore.

Walter Venturi. ©Sergio Bonelli Editore

2. la sorpresa

L'ingrediente segreto. Di Bruno Enna e Oskar.
Enna costruisce un racconto avventuroso e umoristico allo stesso tempo, che ricorda storie nolittiane come Natale calibro 45. Il rischio di cadere nel banale era dietro l'angolo, ma lo sceneggiatore ha tenuto alta la tensione e si è mosso con abilità su quell'impervia linea che divide il dramma dalla farsa. Oskar ha realizzato un lavoro minuzioso, con molta attenzione ai particolari e alla recitazione dei personaggi. A pagina 122 (la vignetta grande nella tavola qui sotto pubblicata) offre un omaggio a una copertina del Maestro Gallieno Ferri - l'albo Pericolo mortale - e alla prima storia zagoriana di Burattini.

Oskar. ©Sergio Bonelli Editore

3. le gradevoli minori

La Cornice. Lungo il fiume. Di Moreno Burattini e Stefano Voltolini.
Un racconto corale in un'impalcatura da commedia brillante. Questa volta Burattini sceglie di presentare ogni racconto attraverso la voce di un diverso personaggio: mentre le tre ragazze di Pleasant Point aspettano notizie sulla scomparsa di Peabody, nel trading post arriva un giornalista - Keith Hauser del Chicago Tribune - che vorrebbe intervistare Zagor. Prende così il via una vicenda in cui il mistero sulla scomparsa di Peabody si infittisce poiché, di volta in volta, diversi personaggi partiti alla ricerca dell'uomo ritornano a Pleasant Point senza aver avuto sue notizie: da Drunky Duck ai ragazzi del trading, da Cico per concludere con Zagor. La vicenda sembrerebbe virare verso il dramma, ma Burattini mantiene i dialoghi su un tono scanzonato a suggerire al lettore che stiamo assistendo a una briosa commedia. Il finale a sorpresa - in cui l'autore vuole forse alludere al suo imminente matrimonio - si chiude con una spassosa gag ai danni del picaresco Drunky Duck. Dopo ben tre prove zagoriane, Voltolini è ormai a proprio agio con le atmosfere zagoriane e riesce ad affrontare il dramma e il farsesco con estrema disinvoltura.

Stefano Voltolini. ©Sergio Bonelli Editore

White River Express. Di Antonio Zamberletti e Cristiano Spadavecchia.
Un racconto robusto e classico, nella migliore tradizione dell'avventura adrenalinica. Lo Zagor di Zamberletti è una roccia, un mattatore capace di agire sempre con implacabile raziocinio, senza mai cadere in preda all'impulso. Cristiano Spadavecchia ha realizzato un ottimo lavoro, in primis sulla resa dei protagonisti di testata. I suoi scorci naturali, infine, sono dettagliati e realistici.

Cristiano Spadavecchia. ©Sergio Bonelli Editore

Il confine. Di Stefano Fantelli e Luigi Coppola.
Una vicenda sospesa, di riti pagani, di violenza rituale. Fantelli realizza un racconto pervaso di atmosfere magiche, magari non originalissimo, ma ben adatto al tratto di Coppola, autore di un suggestivo bianco e nero. A pagina 175, in conclusione, gli autori inseriscono una vignetta subliminale che anticipa la sorpresa finale sui "perché" del misterioso villaggio femminile di Starflower.


Luigi Coppola. ©Sergio Bonelli Editore

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